giovedì 23 maggio 2013

Lucio Ferrara e Harold Mabern: dai Seminari di Orsara Jazz Workshop alle stelle del Jazz

PER IL CHITARRISTA PUGLIESE LUCIO FERRARA
NUOVI CONCERTI A NEW YORK CON HAROLD MABERN
Venerdì 24 e sabato 25 maggio appuntamento al Langham Place con il pianista Harold Mabern,
già collaboratore di Lee Morgan, Sonny Rollins, Hank Mobley, Freddie Hubbard, Miles Davis e Wes Montgomery

Proseguono i concerti statunitensi di Lucio Ferrara, direttore artistico di Orsara Jazz Workshop, che, da circa nove mesi, vive stabilmente a New York, dove si è esibito una cinquantina di volte in numerosi club condividendo il palco con musicisti prestigiosi. Venerdì 24 e sabato 25 maggio al Langham Place il chitarrista pugliese sarà alla guida di quartetto composto da John Webber (basso), Joe Farnsworth (drums) e da un ospite eccezionale, il pianista Harold Mabern, uno degli artisti fondamentali della grande stagione del jazz anni sessanta che durante la sua lunga carriera ha suonato e registrato con artisti del calibro di Lee Morgan, Sonny Rollins, Hank Mobley, Freddie Hubbard, Miles Davis e Wes Montgomery.
Il primo brano di Jazz che ho ascoltato è stato “In Your Own Sweet Way” suonato da Wes Montgomery (a quei tempi in un paese piccolo come il mio non era facile trovare dischi di Jazz)", racconta Lucio Ferrara. "Credo fosse in un giorno di autunno dei primi anni ottanta, da quel giorno non ho più smesso di amare il Jazz, la chitarra e la musica in generale. Ho cominciato ad ascoltare i dischi di Wes Montgomery e tra i pianisti che suonavano con lui c’era un musicista che ha sempre attirato la mia attenzione per l’eleganza, era uno dei sideman più richiesti. Da un anno sono a stabilmente a New York e quel pianista è ancora attivissimo nella scena Newyorkese. Si chiama Harold Mabern. Lui è una leggenda del Jazz. Suonare con lui a New York dopo quasi trent’anni da quel giorno di autunno è una felicità che solo la musica ti può regalare. Insieme a Harold Mabern ci sarà una delle ritmiche più importanti in città e non solo, Joe Farnsworth e John Webber. Insieme suoneremo brani originali miei e di Mabern e ovviamente alcuni brani di Wes Montgomery”.
Chitarrista, compositore, nato a Orsara Di Puglia, Lucio Ferrara ha studiato clarinetto prima di passare alla chitarra. Si trasferisce a Bologna dove si diploma in Jazz al Conservatorio. Da qualche anno vive a New York esibendosi con successo in diversi jazz clubs tra cui Small's, Dizzy's Club, Minton's Playhouse, Setai Hotel e Fat Cat. Ha collaborato con numerosi musicisti tra cui Lee Konitz, Harry Allen, Jerry Bergonzi, Greg Hutchinson, Joe Magnarelli e Peter Bernstein. Ha pubblicato due dischi a proprio nome, il suo ultimo cd come leader, "It's All right with me", realizzato con Antonio Ciacca e Lee Konitz ha ottenuto eccellenti recensioni sulla stampa specializzata. Intensa anche l'attività didattica, Dal 2004 insegna chitarra Jazz ai Seminari Internazionali di Orsara Jazz, al Lagos Jazz Festival nel 2009 e 2010 (Portogallo) e Tuscia in Jazz Winter 2012. E’ stato Direttore dei seminari di Tuscia in Jazz e La Spezia Jazz nel 2010 e 2011. Ha insegnato per quattro anni al conservatorio di Cosenza e per un anno al Conservatorio di Rovigo. Dal 2004 è direttore dei seminari internazionali di Orsara Musica, festival giunto alla XXIV edizione. La decima edizione di Orsara Jazz Summer Camp, che si terrà dal 29 luglio al 3 agosto, anche quest'anno ospita musicisti nazionali e internazionali come Jerry Bergonzi, Antonio Ciacca, Rachel Gould, Reuben Rogers, Greg Hutchinson, Joe Magnarelli, Michele Corcella. Info e iscrizioni www.orsaramusica.it
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martedì 21 maggio 2013

Contrabbasso Jazz: intervista alla vincitrice di Orsara Jazz

X ORSARA JAZZ SUMMER CAMP (29 LUGLIO – 3 AGOSTO 2013)
SCONTI SPECIALI ENTRO IL 30 APRILE 2013!
DISPONIBILI PACCHETTI ALL INCLUSIVE (VITTO/ALLOGGIO)
Info & Iscrizioni su: www.orsaramusica.it
REUBEN ROGERS, GREGORY HUTCHINSON, JERRY BERGONZI, ANTONIO CIACCA, RACHEL GOULD, LUCIO FERRARA, JOE MAGNARELLI, MICHELE CORCELLA i maestri dei Seminari Internazionali all’interno del X ORSARA JAZZ SUMMER CAMP, dal 29 luglio al 3 agosto 2013. Numerose le attività all’interno dei Seminari residenziali con Combo, Masterclass, Laboratori, Jam Session e Workshop Final Concert. Musicisti straordinari (docenti della Juilliard School e New England Conservatory, capiscuola dell’improvvisazione) che conducono momenti di studio e di approfondimento, coordinano gruppi di insieme, arrangiano e suonano a tempo pieno con gli allievi dei seminari, in un ambiente internazionale e stimolante fra i piaceri della cucina slow food e il fresco delle colline daune.
INTERVISTA ad ISABELLA RIZZO (ALLIEVA di ORSARA JAZZ SUMMER CAMP)
Ci fa piacere presentare alcune significative interviste a musicisti che hanno frequentato i corsi dei Seminari Internazionali di Orsara Jazz. Attraverso le loro risposte si possono cogliere tutti i vantaggi dell’esperienza fatta ad Orsara e si può intravedere il percorso professionale ed artistico, in alcuni casi già prestigioso e importante dal punto di vista produttivo. Un aspetto interessante che accomuna molti dei musicisti che hanno frequentato come allievi l’Orsara Jazz Summer Camp è l’approccio internazionale e la visione cosmopolita del loro fare musica, e questo ci da particolarmente soddisfazione. In questo caso si tratta di Isabella Rizzo, protagonista dei seminari 2012, borsista al Manitoba Jazz Summer Camp 2013 di Winnipeg in Canada.
NOME: Isabella
COGNOME: Rizzo
IL TUO CURRICULUM IN 375 CARATTERI:
Nata a Torino il 22/03/78 ho iniziato a studiare nel 2008 contrabbasso jazz con A. Zunino, A. Maiorino, M. Battisti. Nell’ottobre 2011 ho iniziato gli studi classici con il Prof. E. Ferraris. Mi sono esibita in vari jazz festival italiani ed internazionali ed in molti jazz club e teatri. Alcune collaborazioni: Emanuele Cisi, Giampaolo Casati, Jason Brown, Luigi Bonafede, Rick Stone, Attila Rieger, Ross Pederson, Claudio Chiara, Enzo Zirilli, Simona Premazzi, ecc..
  1. Raccontaci dei tuoi inizi musicali: come si è manifestato il tuo interessa per la musica…
Si è manifestato con un fortissimo istinto che mi ha portato all’età di 3 anni a riprodurre tutte le melodie che sentivo e che mi piacevano su una piccola tastiera giocattolo. Di lì in avanti la musica avrebbe sempre fatto parte della mia vita.
  1. Per te la musica è una passione o una professione?
E’ sempre stata una passione, non ho mai pensato di farla diventare una professione fino all’età di 30 anni, quando una serie di circostanze concomitanti mi hanno aperto gli occhi e fatto capire delle cose. Ora sto cercando di farne la mia unica professione. Anche se ci ho messo del tempo ho trovato la mia strada.
  1. Quali sono i tuoi interessi oltre la musica?
Tutto quanto è legato al jazz ed ai grandi jazzisti. Le loro storie personali sono fantastiche, ti fanno capire come il jazz sia profondamente legato alla vita ed all’esistenza di ciascuno di noi.
  1. Chi è il tuo (o i tuoi) musicista preferito?
Ce ne sono troppi: volendo parlare del mio strumento, devo dire che Ray Brown mi fa sempre venire i brividi! Ma poi ce ne sono tanti altri: Ben Webster, Art Blakey, Monk, Lee Morgan…..ma solo per citarne alcuni, i primi che mi vengono in mente ora.
  1. Parliamo un po’ della tua esperienza ai Seminari di Orsara… come ci sei arrivata?
Per sentito dire, voci di amici musicisti sul “da farsi per l’estate”. Ho dato un’occhiata agli insegnanti del 2011, al rapporto qualità-prezzo che effettivamente sembrava ottimo, e così è stato.
    1. Cosa ha significato per il tuo percorso artistico?
Per me Orsara ha significato tantissimo. Intanto la settimana di seminario, a contatto tutto il giorno con musicisti incredibili provenienti anche da oltre oceano, è in grado già da sola di farti progredire nel modo di pensare il jazz e, quindi, di suonarlo. Poi personalmente ho avuto tutte le soddisfazioni che un allievo potesse desiderare. L’esperienza alle cantine Bentivoglio di Bologna nel 2011, che è stata fantastica. E l’Italian jazz Days di New York nel 2012. New York è in grado di cambiare profondamente il tuo modo di suonare. Ad agosto dovrò poi andare al Summer Camp di Manitoba, in Canada, e sarà certamente un’altra esperienza fantastica. Tutto questo per me ha avuto origine ad Orsara.
    1. E per quello umano?
Il lato umano penso sia un’altra grande qualità dei seminari di Orsara. Rispetto ad altre esperienze che ho avuto ad Orsara ho sempre avvertito un ambiente rilassato ed amichevole, non competitivo (o almeno non nel senso negativo del termine): il massimo per sentirsi a proprio agio e per suonare bene divertendosi. In particolare nel 2012 sono nate delle bellissime amicizie, si è creato un gruppo davvero compatto. I ricordi belli sono tanti!
  1. Un consiglio per altri che come te vogliono approfondire il discorso musicale…
Viaggiare, conoscere tanti musicisti. Avere la curiosità e non la paura delconfronto, vederlo per quello che è veramente: una occasione d’oro per crescere a livello sia musicale che umano. Attingere il più possibile dai grandi musicisti.
  1. A questo punto della tua esperienza ti va di parlarci dei progetti per il futuro?
Continuare a crescere e suonare il più possibile, viaggiare, suonare con musicisti sempre più bravi ed in posti sempre più belli. Jazz dalla mattina alla mattina.

giovedì 16 maggio 2013

Case vacanze a San Teodoro: offerta ricettiva economica

Cala Brandinchi

Se si dovesse segnalare un nome tra le mete più visitate in Sardegna negli ultimi anni sarebbe quello di San Teodoro. Situata a soli 32 chilometri a sud di Olbia, sulla costa orientale dell'isola, questo splendido paese si è ritagliato un posto d'onore tra le località balneari più apprezzate della Sardegna e del Mediterraneo. Il merito di questo successo va innanzitutto alle incantevoli spiagge del luogo: ben 37 chilometri di litorale in cui scogliere granitiche si alternano a morbidi arenili di fine sabbia bianchissima. A queste vanno aggiunti i divertimenti: San Teodoro è infatti diventata la meta turistica preferita dai giovani proprio perché ospita tantissimi bar, pub, negozi e soprattutto alcune delle discoteche più esclusive della Sardegna.
Proprio perché l'età media dei visitatori va dai 20 ai 40 anni, l'offerta ricettiva comprende numerose case vacanze San Teodoro, adatte a chi desidera un alloggio comodo e pratico e per chi non vuole rinunciare alla libertà, valore fondamentale per chi va in vacanza. All'interno del paese è facile trovare appartamenti in affitto per budget più ridotti ma con la comodità di poter raggiungere a piedi le meravigliose spiagge di La Cinta, di Cala d'Ambra e di Isuledda. E queste non sono certo le uniche visto che ce ne sono altre nove che meritano di essere visitate, soprattutto quella di Cala Brandinchi, inserita quest'anno dagli utenti del famoso portale turistico Tripadvisor tra le 10 spiagge più belle d'Italia.
Nell'offerta ricettiva non potevano mancare le ville in affitto, piccoli e grandi gioielli, alcune delle quali dotate di piscina privata, accesso diretto alla spiaggia e tutte con una vista mare mozzafiato.
Ma cos'altro fare a San Teodoro oltre che godersi il mare e divertirsi nei locali? Innanzitutto si possono fare una marea di escursioni, come ad esempio quelle lungo gli stagni, che ospitano numerose specie di uccelli tra cui il fenicottero rosa; oppure si può visitare l'isola di Tavolara, piccolo gioiello di fronte alle coste di San Teodoro e inserita in un'area marina protetta. Si possono inoltre praticare tantissimi sport, alcuni dei quali particolarmente emozionanti come lo windsurf e lo snorkeling.
Ultimo ma non meno importante tra gli aspetti positivi di San Teodoro è la distanza con porto e aeroporto, i più vicini dei quali si trovano a Olbia, raggiungibile in appena mezz'ora d'auto.

lunedì 13 maggio 2013

Seminari batteria Jazz 2013

X ORSARA JAZZ SUMMER CAMP (29 LUGLIO – 3 AGOSTO 2013)
DISPONIBILI PACCHETTI ALL INCLUSIVE (VITTO/ALLOGGIO)
Info & Iscrizioni su: www.orsaramusica.it
Per il secondo anno i Seminari Jazz di Orsara ospitano Greg Hutchinson come docente di batteria, animatore delle combo e titolare, assieme a Reuben Rogers, della masterclass “La ritmica e l’Interplay”. Fra i migliori specialisti mondiali del suo strumento. Professionista e collaboratore di tanti musicisti di grandissimo valore (abituale batterista di Joshua Redman tanto per fare un nome). Siamo orgogliosi di dare una possibilità così speciale ai batteristi e percussionisti che vengono ad Orsara (pressoché unica in Italia) di approfondire ed apprendere direttamente delle conoscenze così importanti ed esclusive. In occasione della sua partecipazione al X ORSARA JAZZ SUMMER CAMP riproponiamo questa scheda che lo riguarda.
Se si cerca un esempio di musicista pre-destinato alla carriera artistica, con l’estro innato per la musica, dotato fin dalla nascita di talento intrinseco, desideroso solo di poter esprimere quanto prima il proprio bagaglio artistico, quello del batterista Gregory Hutchinson e' l’esempio giusto.
Il 1970, anno in cui Hutchinson nasceva, segnava l’inizio di un’epoca di profondi cambiamenti nel panorama musicale mondiale, ed il giovanissimo Greg ne fu egli stesso, piu' o meno inconsapevolmente, profondamente influenzato.
Ma, come sempre, molteplici e variegate sollecitazioni contribuiscono a sviluppare le inclinazioni di un ragazzino; il padre di Greg, percussionista, gli aveva fornito un certo background culturale basato sulla centralita' della musica nel quotidiano; la madre possedeva numerosissimi dischi di diversi generi, dal blues al soul, al funky e al jazz, raccolti negli anni e, in buona parte, ereditati da suo padre e da suo nonno.
La soul-music, propria dei suoi anni, la quotidianita' del contatto con la musica di suo padre, l’ascolto dei dischi materni e l’iniziale folgorazione della ritmica di Philly Joe Jones, costituirono il crogiolo in cui si andava formando il groove musicale di Hutchinson: il desiderio – come lui stesso affermava - di “far cantare” la sua batteria come Charlie Parker, che ascoltava costantemente dai suoi dischi, faceva “cantare” il suo sax. Un’ambizione molto grossa, che l’ha portato presto a grosse soddisfazioni.
Coloro – amici e parenti - che l’avevano visto armeggiare con le percussioni, lo avevano invogliato ben presto a suonare inizialmente in una band e ad approfondire i suoi studi alla Manhattan School of Music. Fu scritturato non ancora ventenne, ma le sue esperienze nel jazz raggiunsero presto un altissimo livello attraverso le collaborazioni con calibri di grande levatura artistica, come, inizialmente, quella col trombettista Red Rodney e, successivamente, con la cantante Betty Carter e il saxofonista Joe Henderson.
In seguito il suo nome sara' associato a quello di Roy Hargrove, del pianista Aaron Goldberg, del saxofonista Joshua Redman ed al contrabbassista Reuben Rogers, che contribuiranno ad evidenziare, nel linguaggio jazzistico di Hutchinson, gli aspetti piu' moderni ed evoluti, certamente piu' rivolti alla ricerca e distaccati dalla visione del jazz classico praticato nelle collaborazioni dei suoi inizi. A questo percorso evolutivo e alla completezza e versatilita' della sua formazione artistica si associa un costante impegno nel campo dell’insegnamento che si concretizza preferibilmente con momenti di scambio in termini di bagaglio culturale, di forme espressive e di esperienze artistiche.
Greg Hutchinson sara' docente di batteria ai Seminari Internazionali di Musica Jazz programmati nell’ambito dell’Orsara Jazz Festival dal 29 luglio al 3 agosto 2013.
Info e Contatti:

mercoledì 8 maggio 2013

Il profumo di Longobucco: fra storia e modernità

Intriso di storia e modernità è il profumo di Longobucco, il luogo che ho avuto il piacere di visitare ed in cui mi sono immerso. Situato nella vallata della Sila Greca, si affaccia verso il mar Ionio ed è un luogo dove si sente e si vede un rapporto profondo con le proprie radici. Dà i natali alla judoka olimpica Rosalba Forciniti, ma anche ad uno dei padri della chirurgia ed esponente di rilievo medievale come Bruno da Longobucco, estende i suoi confini in stupendi paesaggi e percorsi della Sila, nel Parco Nazionale omonimo.
Arrivati in paese si sente il profumo di casa, oserei dire quello dei caminetti o delle sedie di paglia, proprie di una cività contadina fatti di valori e di tradizioni. Anche il ben noto brigantaggio ebbe qui i suoi natali, ma come movimento di protesta e non di delinquenza, come a rappresentare un senso di appartenenza e di resistenza agli oltraggi dei potenti, ricorda le origini di un luogo dove raccolti in un borgo di poco più di 3.000 anime, sono presenti ad ogni passi riferimenti con la storia e l'antichità.
Immersi in questa perla della storia calabrese, punto di partenza per bellissime escursioni in Sila, si possono vivere esperienze intime del luogo sentendosi già appena arrivati parte del territorio e della gente del luogo. Come non citare quindi l'accoglienza riservataci dai cittadini, ed anche dal Primo Cittadino, in occasione dei 100 anni di una signora che con grande forza e tenerezza sorrideva entusiasta ad ogni scatto fotografico di parenti, conoscenti o semplici curiosi. Così come ripercorrere le tappe storiche del luogo e conoscere particolari preziosi ed inaspettati al Museo dell'Artigianato dove sono esposti gli strumenti di lavoro, gli abiti e diversi reperti archeologici e minerari della Sila e della tradizione di Longobucco. Un altro valore che rende la visita di questo luogo unica è la presenza delle Cantine. L'usanza di ritrovarsi in un luogo dove la maestria e l'accoglienza si uniscono nella tradizione dei vini che accompagna direttamente a quelle che sono le tradizioni gastronomiche con formaggi e salumi di gran gusto, rigorosamente e gelosamente prodotti in modo naturale al fine di preservare i sapori di un tempo.

martedì 7 maggio 2013

Con il Pizzicato Eco B&B vivrai un'esperienza sul Gargano

Il Pizzicato Eco B&B è un esempio in Italia, soprattutto nel Sud Italia, di eccellente gestione dei canali social per la promozione turistica online. Il Pizzicato, che possiamo considerare anche una casa vacanze Gargano, riesce a promuovere non solo la propria struttura ricettiva ma l'intero comprensorio turistico, con un effetto domino che ricade sulle attività del territorio. Il titolare Giuseppe Romondia, diventato oramai un punto di riferimento in rete, si è gentilmente prestato a rispondere ad alcune domande per comprendere ed approfondire alcuni aspetti sul turismo online negli ultimi tempi in Puglia.

Ciao Giuseppe, iniziamo subito con una domanda a brucia pelo. Il turismo è fiducia e reputazione. La reputazione, soprattutto quella online, negli ultimi tempi è oggetto di varie deformazioni nel suo corretto utilizzo. Cosa ne pensi di quello che sta accadendo sulle recensioni false?

La reputazione è storia, passato e presente…è clientela, servizio e anche concorrenza. Un concentrato di aspetti da cui non ci si può sottrarre anche volendo, spesso non controllabile almeno non totalmente. La reputazione è sopratutto un'analisi (nel caso di reputazione obiettiva) che il cliente fa ad una struttura, una lastra da cui i gestori possono apprendere informazioni davvero molto utili per migliorare il proprio servizio. Come si ascolta il cliente in loco, così bisogna essere capaci di ascoltare le valutazioni o i giudizi in rete. Per esempio: credevo che il nostro nuovo "restyle" dei letti fosse funzionale e comodo, ma una recensione mi ha fatto riflettere e capire che effettivamente non era così. Spesso il "face-to-face" non permette al cliente di esprimere liberamente il proprio giudizio, vuoi per timidezza o per "educazione", mentre davanti ad un pc si ha molta più libertà di esporre un parere sia positivo che negativo, per questo io credo nelle recensioni e credo siano uno strumento sul quale investire in termini di analisi e ascolto. Recensioni false? Un tormentone ;) che trova terreno fertile nella cattiva gestione on-line e off-line. Se non si riesce ad attrarre clientela in modo onesto, la strada più semplice sembra essere quella delle recensioni false. Ma la reputazione non è solo recensioni, possono avere un peso minimo nella scelta decisionale. Se la struttura non piace, non piace e basta! Non servono mille recensioni a far cambiare idea. Investire in recensioni false è uguale ad investire in camere fatte di sabbia. Non ha senso vendere e proporre un servizio che non corrisponde alla realtà, perché il cliente arriverà con aspettative ed idee costruite artificiosamente. Se questi giudizi degli altri ospiti non vengono confermati dall'esperienza in loco, la voglia di "vendetta" del cliente insoddisfatto è pericolosa e deleteria per la struttura. Investire nel personale, nella formazione, nell'esperienza, ha decisamente più risultati, magari lenti, ma così si costruisce la reputazione giorno dopo giorno cliente dopo cliente.
Vivere un'esperienza, vivere il territorio, seguendo percorsi poco tracciati, vivere e calarsi in un racconto, sono le nuove forme di turismo attivo. I social network, grazie alla loro forza di propagazione, aiutano i luoghi a raccontarsi. Tu vivi in uno dei luoghi più belli della tua regione e fai uso dei social network per condividere emozioni. Molti operatori sono ancora riluttanti nell'aprirsi e nel parlare in prima persona, che consigli puoi dargli per superare queste barriere?

Se i social non piacciono c'è poco da fare. Se il fine è promozionale le fasi sono sempre le stesse: apro la pagina, condivido contenuti, poi non arrivano prenotazioni, finisce l'enfasi e si abbandona la pagina. Lo chiamo il ciclo di vita della pagina "commerciale". Se la gestione e il fine delle attività social non sono solo di natura promozionale la longevità è garantita, sia in termini di gestione che interazione. Io personalmente mi diverto, è il mio diario di bordo in cui parlo di territorio a 360 gradi, fermo gli attimi, le emozioni e le sensazioni che il mio territorio mi trasmette. Esserci ad ogni costo non credo sia la mossa giusta, consiglio invece di scegliere il social più affine alla struttura, quello che più riesce ad avvicinarsi al suo modo di comunicare. Con il tempo sarà sempre più importante avere una strategia social sia nella scelta decisionale che nella conversione. Il consiglio é quello di viverlo con spontaneità e con il piacere di interagire, chi vive nel ricettivo ha quasi sempre una spiccata propensione al contatto. Trasformate questa propensione in virtuale e il gioco é fatto;)

Molto spesso le varie destinazioni turistiche (Istituzioni) sono ferme ad una comunicazione legata alla sola carta stampata, alla partecipazione a fiere di settore e ad un uso sbagliato della rete. Spesso i singoli operatori turistici riescono meglio delle istituzioni accreditate a promuovere un luogo, una destinazione. Secondo te dove deve fermarsi l'azione del singolo operatore e in quale momento deve passare il testimone alle Istituzioni?

Nel caso Puglia siamo estremamente fortunati, la regione ha capito l'importanza di questi strumenti e ha creato un gruppo capace di fare il proprio lavoro. Nel caso specifico parlo di Puglia Events e Viaggiare in Puglia. Sono la voce degli eventi, delle tradizioni, delle manifestazioni culturali Made in Puglia. Grazie a loro è possibile comunicare iniziative private e non. La loro capacità di allargare ad una fascia più ambia il messaggio, sta permettendo alla regione, alle aziende e al territorio, di raggiungere target sempre più ampi. Il privato ha il dovere di creare, inventare proporre, le istituzioni hanno il dovere di promuovere queste iniziative. Sono le pro-loco in versione social. Personalmente sono contentissimo di avere questa situazione all'avanguardia in Puglia, non ti senti mai solo;) l'integrazione rafforza il messaggio e le possibilità di riuscita di un evento. Nell'impegno social istituzionale la Puglia può essere un riferimento per le altre regioni d'Italia.

Tu vivi in una regione che negli ultimi anni sta avendo una forte esposizione mediatica, ed è riuscita soprattutto grazie alle sue bellezze paesaggistiche a staccare molte altre regioni per flussi turistici in entrata. Pensi che questo interesse continuerà ad aumentare? Oppure, visto la crisi economica, è arrivato il momento di consolidare ciò che si è maggiormente promosso (turismo estivo) e guardare verso la promozione di nuovi "turismi"?

Confermo i dati! La Puglia funziona ma come tutti i prodotti (triste ma una meta è un prodotto) bisogna cercare di reinventarsi e proporsi con peculiarità sempre nuove. Il mare attira, abbiamo paesaggi unici, gastronomia di alto livello, ma non basta. Ora siamo nel punto più alto del ciclo di vita di una destinazione, quello che precede la discesa. In questo momento bisogna dare nuovi stimoli alla domanda e all'offerta per prolungare l'appeal e differenziarsi ancor di più. Non siamo la nuova Toscana, nemmeno l'alternativa alla costiera Amalfitana, siamo La Puglia con una propria identità e cultura. Questa identità con la sua cultura, devono diventare esperienze fruibili e non solo concetti. Alla ricettività bisogna legare il territorio in maniera viscerale. Mi piace questa pensiero "se alla camera di albergo leghiamo un'esperienza, quella camera avrà lo stesso fascino di casa mia".